Resti Castello Lantieri, Torre- Paratico Bs

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Luogo Categoria: Castelli

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  • Il celebre castello Lantieri, i cui suggestivi ruderi sono purtroppo non visitabili, fu costruito probabilmente nel XIII secolo forse sui resti di un castello più antico, ed edificato allo scopo di dominare dall’altura tutto il paesaggio circostante, dallo sbocco del lago alle strade verso la pianura. La famiglia Lantieri già divisa nel XV secolo in molti rami, fu ghibellina e molto potente nella zona, con diverse proprietà anche fuori da Paratico. In questo castello però, secondo un antica tradizione, la famiglia avrebbe ospitato Dante Alighieri. La torre principale, a pianta quasi quadrata di circa 10 metri per lato, doveva raggiungere quasi i 15 metri d’altezza articolandosi su quattro piani. Alla fine del XV secolo il castello, la cui proprietà era divisa fra diversi membri della famiglia, era ancora abitato, ma già al passaggio dei Lanzichenecchi (1521), il maniero risultava indifeso e praticamente abbandonato.

    IL CASTELLO

    Il castello di Paratico si colloca sulla cima di una collina a sud del paese, in posizione strategica per il dominio dello sbocco dell’Oglio dal lago d’Iseo e per il controllo delle strade verso la pianura e verso la città di Bergamo.

    Costruito dalla famiglia Lantieri attorno al XIII – XIV secolo, forse su fondazione di un edificio più antico, il castello si presenta oggi in condizioni assai degradate.

    Il fortilizio è costituito da una lunga e massiccia recinzione di sagoma irregolarmente rettangolare, al cui interno si accedeva originariamente attraverso un portale a sesto acuto, protetto da una soprastante torre quadra, in posizione sud – est.

    All’interno delle mura si trovano due corpi di fabbrica addossati al lato nord della cinta: una grande torre in pietrame che fungeva da residenza e un palazzetto rettangolare più basso. Quest’ultimo, a due piani, diviso in due locali e con porte leggermente archiacute in pietra di Sarnico, risulta essere di datazione posteriore.

    La torre, a pianta quasi quadrata di 10 metri per lato, doveva raggiungere quasi i 15 metri d’altezza e si articolava su quattro piani.

    Al pian terreno l’ingresso della torre è formato da due porte con arco a pieno centro e cornici in arenaria: tra esse, a quota più alta, una finestra quadrata. Nessun’altra apertura tranne una feritoia aperta nel lato opposto alle porte.

    Si scorge una traccia di camino a cappa brevissima sul lato a mattina e i segni d’appoggio di una scala esterna su quello a sera.

    Al primo piano si trovano due aperture, anch’esse a pieno centro, di notevoli dimensioni, che fanno pensare a porte servite da un ballatoio ligneo esterno più che a delle finestre. Sul lato nord si trovano due finestre strombate simili e una terza al centro con balconcino esterno.

    Traccia di un camino semicircolare fra le finestre del lato sud.

    Il secondo piano ripete il medesimo sistema di luci, ascrivendo il ruolo delle due grosse aperture del lato sud sicuramente a finestre.

    L’ultimo piano è oggi caratterizzato da grossi merloni che in passato dovevano definire due larghe aperture rettangolari per lato che sostenevano un tetto a quattro falde; struttura analoga a quella tutt’ora osservabile della vicina torre Lantieri.

    Il piano terra, molto probabilmente, era coperto da una volta a botte traforata da una botola, al fine di isolare il primo livello dai sovrastanti, ai quali si accedeva normalmente attraverso una scala esterna. L’altezza di questo piano, come quella dei superiori, doveva raggiungere circa i 4,5 metri.

    Un documento del 1279 riporta anche la presenza di un fossato attorno le mura.

    Alla fine del XV secolo il castello, la cui proprietà era divisa fra diversi membri della famiglia Lantieri, era ancora abitato, ma già nel 1500, al passaggio dei Lanzichenecchi (1521), il maniero risultava indifeso e praticamente abbandonato.

    Un’antica leggenda locale, non supportata però da fonti scritte, vuole che attorno al 1311 la famiglia Lantieri ospitò al castello il sommo poeta fiorentino Dante Alighieri.

     

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