Castello Gazzo – Scandolara Ripa d’Oglio Cr

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Luogo Categoria: Castelli

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  • CENNI STORICI

    Il piccolo centro di Scandolara Ripa d’Oglio sorge a Nord-Est della città, nell’agro compreso fra l’antica strada Levata ed il corso dell’Oglio. L’insediamento, di origini certamente antiche, sembra attestarsi su decumano della prima centurazione romana (218-190 a.C.) che costituirebbe l’asse sul quale si è modellata la via principale che attraversa longitudinalemente l’abitato e sulla quale si affacciano gli edifici più significativi.

    Consistenti tracce centuriali, continuazione geometrica di quelle conservate nella campagna di Grontardo, sono ancora ben leggibili in tutto il territorio; dalla strada Levata si spingono oltre il borgo, fin quasi alle rive del fiume, a disegnare un paesaggio agrario che dall’antichità manifesta la propria spiccata vocazione produttiva. Mentre l’abitato sembra infatti trarre origine da modesti insediamenti artigianali e contadini sorti intorno alla chiesa, all’antico castello, ed alla grande corte rustica che lo affianca, grandi cascine presidiano la campagna circostante e conservano le tracce che il tempo e le mutazioni delle esigenze produttive e residenziali hanno stratificato nelle loro architetture.

    Nel 1256 era presente in loco una fortificazione di notevoli dimensioni, acquistata da Buoso da Dovara e certamente funzionale, insieme a quella di Binanuova, alla difesa del territorio cremonese ungo il confine bresciano, segnato dal fiume. Anche qui la storia è scandita dalle sanguinose e frequenti lotte fra Cremonesi e Bresciani per il controllo dell’Oglio e delle sue preziosissime acque, vitali per il commercio e l’agricoltura di entrambe le sponde. Nel 1451 Scandolara sfuggiva ancora al controllo della città di Cremona e non era sottoposta alla sua giurisdizione, mentre nei documenti del 1562 appare inclusa tra i comuni del Contado. Infeudata dal 1538, la comunità fu concessa nel 1665 agli Ala, poi Ala Ponzone, ai quali risultava ancora affidata nel 1751, tanto da essere sottoposta alla giurisdizione di due podestà: quello feudale e quello della città di Cremona. All’epoca il borgo contava 900 anime.

    Durante l’occupazione napoleonica Scandolara Ripa d’Oglio fu inclusa nel distretto di Vescovato e, dal 1801, nel distretto di Cremona. Nel 1810, epoca in cui le amministrazioni di numerosi piccoli centri vennero accorpate, Scandolara contava 815 abitanti e non venne annessa ad altri comuni. Dal 1816, con la restaurazione del dominio austriaco, fu inserita nel distretto di Robecco e, a partire dall’Unità d’Italia, condivise le sorti degli altri comuni della provincia di Cremona.ere sottoposta alla giurisdizione di due podestà: quello feudale e quello della città di Cremona. All’epoca il borgo contava 900 anime.

    CASTELLO GAZZO 

    Il castello sorge al centro del paese, in prossimità della chiesa di San Michele, dalla quale è separato solo dalla fossa che ancora lo circonda, alimentata dalla roggia Alia. Un ponte in muratura ha sostituito l’antico ponte levatoio. Del quale rimangono tracce nei bolzoni che segnano la facciata in prossimità dell’unico accesso, sormontato da una torretta. L’intero complesso fortificato, a pianta quadrangolare, è oggi suddiviso in due unità di analoga superficie, costituite da un fabbricato con piccola corte interna, residuo dell’originario castello trasformato in residenza signorile, e dal giardino, entrambi racchiusi dalle possenti murature a scarpa che affondano nelle acque stagnanti del fossato e terminano ad Est in bastioni a cuneo. Traccia di due torri angolari che dovevano caratterizzare l’importante fortezza sono ravvisabili nei due corpi laterali sporgenti ai lati dell’ingresso, oggi ridotti alla stessa quota di gronda dell’intero edificio. Le prime notizie del castello datano dal 1256, epoca in cui la documentazione sopravvissuta riferisce che la fortezza occupava una superficie di 6666 mq. Fonti settecentesche a stampa riportano che intorno alla fine del XV secolo il castello fu concesso dal Duca di Milano Francesco I all’architetto militare Bartolomeo Garo, dal quale avrebbe preso il nome. Ma è probabilmente a partire dal secolo successivo che alla funzione militare si andò lentamente sostituendo quella residenziale con una progressiva serie di interventi che cercarono di ingentilirne l’aspetto austero: l’apertura di un loggiato ad archetti sopra la torre d’ingresso, la costruzione di un portico a serliana che immette nella corte interna, l’apertura di numerose finestre nelle cupe cortine murarie.
     

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